giovedì 23 agosto 2007

wd? ha visto pensato e scritto:



..e allora un paio di montagne possono diventare un seno, una conversazione far apparire tutto così poetico, tutto semanticamente un altro tutto, 6 gallerie le une dentro le altre ricoperte di fiori, una stupida busta che vola, o contrarsi spleenici a piangere il dolore del globo su una parrucca volgarmente fucsia su strada. Malinconico.
Ma ognuno è fatto a suo modo, e Galbusera* lo sa.



*- trattasi di vecchia pubblicità
N.B.- Foto autoctona D.I.Y. scattata il 2 agosto e responsabilmente non copincollata da deviantart. Mpf.

lunedì 13 agosto 2007

aL ha pensato e scritto ciò che segue:

VERNICE-A-SPILLO
[Spunti metacinematografici da sottoporre alla mia approvazione. Ideatodirettointerpretato dalla sottoscritta]

Adoro l’immagine di me
gli occhi spalancati
sotto la frangia gravitazionale
mentre ci si consuma
ancorati agli sputi di un beat.


Non è stupore,
il mio
-soltanto visione impeccabile
di dita incrociate sopra il vostro baratro-gola.

Uno scatto di nervi smaltati.
Le luci in galleria.
Un sospiro trattenuto.

Zac. zac.
chirurgicamente oltre la perfezione.
E rotolano, rotolano, rotolano.


Poi immagino una voce femminile su “blowin’ in the wind” – no, non sono diventata una debosciata solare spensierata figlia dei fiori nel frattempo, che Bob Dylan non me ne voglia. Mai stato qualcosa di più lontano. Io o lui, dite? Beh fa lo stesso. È così azzeccata, però. E i titoli di coda.
Presente velluto blu? Ecco, all’incirca. L’inizio, dico. L’erba.nel.sole. Il volatile meccanico. I colori.
Signor Lynch, mi scritturi.
Divertente come l’opzione “cerca sinonimo” di word, interrogata per caso su beat, fornisca capellone, anticonformista. No, non sono diventata una debosciata solare spensierata figlia dei fiori nel frattempo, non scambio battiti per collanine.
Signor Lynch, la prego, mi scritturi.